E mo’, come glielo spiego a don Michele che il Laphroaig nemmeno mi piace? Sarò un poco snob, ma, tra i whisky, è tra quelli che mi piace meno. Certo, sempre meglio che se m’avesse regalato una grappa, e con un rametto dentro, per giunta, ma il Laphroaig proprio non lo posso bere. Farei un affronto alla signora Macallan. Oltre che al mio palato, of course.
Che sia un po’ in imbarazzo lo si vede, da appena mi si è seduto di fronte. E, soprattutto, da come ci sta seduto, con quella specie di moto perpetuo, come se delle formiche gli stessero facendo il solletico da sotto i pantaloni, e lui cercasse di schiacciarle col sedere, senza farsi sgamare, ma con un po’ di senso di colpa. Lo vedo che cerca di mettere insieme – senza grande successo – un po’ di parole per giustificare la sua presenza nel mio ufficio. Mi deve chiedere un favore per un suo parrocchiano, lo so. Il discorso che sta cercando di fare, me lo raffiguro, nella testa, come quelle lettere anonime, fatte con le parole ritagliate dai giornali e incollate su un foglio, talmente è poco fluido. Però il gesto del regalo, l’essere goffo e in soggezione mi gonfiano il cuore. Certo, nel gonfiarsi, non essendo più abituato, si crea qualche crepa sulla superficie, ma il risultato finale non è male, comunque. E pensare, che prima di trasferirmi a C., quand’ero un bambino, quello stesso prete mi riempiva di scappellotti, alcuni senza motivo. Ho già deciso che l’aiuto, però lo faccio friggere prima un po’. #WhitakerAcademy