Whitaker

Eravamo diventati talmente prevedibili che, ogni cosa facessimo, viaggiava più veloce tra i nostri concorrenti che al nostro interno. E, sospettavo pure che qualcuno facesse il doppiogioco, talmente combaciasse ogni minimo dettaglio.

Zio Milvio si comportava troppo bene con chiunque e tanti ne approfittavano. Non che non lo rispettassero, ma a volte lo trattavano con sufficienza.

Tutti erano convinti che nulla sarebbe cambiato, quando ho cominciato a sostituirlo. Per un po’ è stato così, infatti. Ma prendevo le misure, imparavo, chiedevo, compravo persone e cose. E, quelli, non l’avevano capito.

Quindi, cominciarono i cambi di rotta repentini e drastici che spaesarono i più. Dentro e fuori l’azienda.

Uno, addirittura, scommise la sua Maserati sulla mia prossima mossa, convinto di saperla lunga. Più lunga di me. Vabbe’ che era una Ghibli, ma dovette comunque lasciargli le chiavi, a uno dei nostri storici partner. Quando Paolo mi raccontò della scommessa e della posta in gioco, non riuscii a fermarlo nello stomaco il ghigno di soddisfazione, cattiveria, rabbia. Ma non verso l’avversario. O non solo, almeno.

Mi sono dovuto avvalere di complici, brigare contro il sistema, beffarlo con le sue stesse difese.

Pensare fuori dagli schemi, agire fuori dalle regole.

Ho imparato una grande lezione: la forza del mai. Mai pensare “abbiamo sempre fatto così”, mai mancare di rispetto all’avversario, mai decidere senza aver valutato tutte le mosse, mai pensare di non poter cambiare le cose, mai scommettere se non si è sicuri di vincere.

#WhitakerAcademy

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