Mi è arrivato un pacco. Dagli Stati Uniti… dallo zio d’America, in poche parole. E quando l’ho aperto, le mani sudavano e gli occhi luccicavano, per l’emozione. C’era una lettera d’accompagnamento, scritta a mano, con la grafia calcata, incerta di chi c’ha messo tanto a scriverla e non per il contenuto. Zio Peter mi ha designato suo successore. Non me lo aspettavo.A tredici anni volevo fare il contrabbandiere, per colpa sua. Poi me ne sono dimenticato ed ho fatto altro, per fortuna. Era da un anno morta mamma e zio Peter, in vacanza in Italia, si sentiva in dovere di tirarmi su il morale. Mi raccontava, perciò, storie assurde e fantastiche del bisnonno e della sua famiglia, legate al contrabbando di whiskey, durante il proibizionismo. Appostamenti e mazzette, scazzottate e sparatorie con fucili, tabacco sputato e risate oscene nei bordelli. Da adulto, ho creduto che, quei racconti, fossero il frutto delle fantasie di un bontempone, però volevo crederci e li ricordo nel dettaglio. Oggi, con questo barattolo di whiskey, sono ufficialmente il custode designato di una saga. Ma, soprattutto, avrò un piccolo ruolo nel contrabbando e restituirò la verità al ragazzino che ero. Vorrei assaggiarlo, ma non mi sento all’altezza. La storia è troppo preziosa per disperderla in un sorso e dovrò scegliere con cura il depositario che mi succederà.