Per non restare laggiù – Marilena Lucente

“La verità è un viaggio in compagnia di sconosciuti.”

“Le mie parole sono corse contromano e contro tempo. Senza speranza di trovarmi, mi cerco.”

Marilena Lucente ha la capacità, rara e preziosa, di mettere potenza nelle singole parole, forza nelle singole frasi. Le utilizza come arnesi di lavoro, ma le confeziona con cura, garbo, gentilezza e ce le regala per farci stare meglio. Potresti anche non finire di leggere il libro, che ti rimane comunque qualcosa dentro, ma ci vai alla fine per puro spirito egoistico. Io mi immagino l’autrice quando scrive, e pensa a quali parole usare, con quale inchiostro “partorirle”, su quale carta imprimerle, per farti arrivare limpido il suono del messaggio di cui sono portatrici.

Questo romanzo effettivamente è un viaggio. Di verità nella verità. Nelle verità. Di ricerca interiore, fino all’io più nascosto. Può capitare a noi tutti di venire sommersi nella realtà, rincorrendo uno spirito di verità, diciamo bugie o diverse verità, di diversa natura, peso, spessore. Le diciamo a noi, innanzitutto, per permetterci di vivere con tranquillità, serenità, ma ci illudiamo soltanto. E non riusciamo a uscirne, spinti in una nuova realtà, non necessariamente meno vera.

E diventiamo, ogni volta, un Maurizio che, come un novello Virgilio, ci conduce nel nostro inferno, nel tentativo di salvarci.

Marilena Lucente ha la capacità, rara e preziosa, di non farci annegare laggiù, dove noi stessi ci spingiamo.

Come ho già detto altre volte, assistere a una presentazione di un suo libro è illuminante e impagabile. E il 28 maggio ne abbiamo la possibilità, nell’ultimo giorno del Festival dedicato a Capua, alla scrittura, all’arte, alla cultura.

“Per non restare laggiù” a Capua il luogo della lingua festival, Palazzo Lanza, ore 11.30.

www.palmierimichele.it

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Anita – Marilena Lucente

Comincio a conoscere e riconoscere la scrittura della Lucente, ma ogni volta ne resto stupito. Non è importante di cosa scriva: in ogni rigo trovi la poesia della parola, al di là della cronaca. Prima della sua scrittura, però, ho conosciuto lei. E, giorno per giorno, colgo quanto prezioso e fortunato sia stato quell’incontro: Marilena “viene per restare” (cit.) come autrice, come amica.

Non amo le rivoluzioni e non amo, di conseguenza, i rivoluzionari che sia il Che o Garibaldi, poco cambia, credo poco a chi va di cappa e di spada: le rivoluzioni si fanno in ben altro modo, soprattutto oggi. E i veri rivoluzionari sono quanti vivono una normalità ostica, dura, tragica e non rinunciano. Il resto è solo ego.

Solo Marilena Lucente poteva riuscire a farmi leggere di lui, attraverso lei, Anita, una ragazzina, in fondo, morta quasi prima di diventare donna, avendo comunque il tempo di incidere la società e così scopro chi è veramente l’eroe, chi veramente la rivoluzionaria, quando invece credevo fosse un semplice riflesso del famoso coniuge.

Anita è tante cose, ma in queste pagine (e, azzardo, che difficilmente si leggerebbe altrove) emerge la determinazione, la tenacia, l’audacia tutte declinate al femminile. È una donna di scelte, più che azione. In questa biografia, non è l’autrice a scriverne, ma è Anita stessa a raccontarsi. E oltre che leggerlo, assistere anche alla presentazione dell’opera, è illuminante.

La vita gioca con me – David Grossman

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È il mio primo libro letto di questo autore. Di Grossman ne avevo solo sentito parlare, ma senza mai conoscerlo sul serio. E ho voluto rimediare.

“La vita gioca con me” è ispirato a una storia vera, ma non biografico e penso basti una sola parola a descriverlo: straordinario. Racconta sottovoce, con uno stile unico e una forza particolare. Parla di famiglia, relazioni, legami a volte slegati, intrecci, guerre, angherie e soprusi nei gulag. Ed è fatto di viaggi. Prima nei personaggi, poi nei territori impervi della ex Jugoslavia. Infine, dentro di sé, lasciandoti inebriato, ma solo, per come possono essere certe storie.

Non sapevo che Grossman fosse nato a Gerusalemme, l’ho scoperto in seguito in quarta di copertina, tenendo il libro tra le mani, e, istantaneamente, il mio pensiero è andato a Amos Oz, un altro mostro di bravura. Non può essere un caso: la scrittura israeliana ha un inchiostro potente, irresistibile. E cogli la differenza tra scrittore e autore, forse.

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Simple Stories di This_Wooden_Doors

“Simple Stories” mi ha fuorviato. Pensavo di finirla presto e archiviarla, invece è sulla scrivania per essere sfogliata, gustata, apprezzata ancora. Le immagini ti catturano, trovi l’arte per come dovrebbe essere sempre: accessibile, semplice, lampante, appagante, senza bisogno di essere spiegata. È lei a metterti sotto esame, non viceversa. È lei ad acquisirti, non viceversa.

Chiariamoci, non è una raccolta a fumetti, non è un libro. Non solo, almeno. È un pezzo di arte: non doveva essere pubblicata, erano sperimentazioni del genio di This_Wooden_Doors, ma il successo a furor di popolo delle prime bozze, l’ha costretto a raccogliere, di malavoglia, le short story in un prodotto da vendere.

È bella, piace anche a chi non segue i fumetti. Uno stile chiaro, definito, pochi tratti, semplici, puliti, poche parole, quelle giuste, colori profondi, eloquenti, scene nitide, senza ipocrisie. Libera emozioni e gioie che avevi sì, ma non sapevi di possedere.

Come ogni sperimentazione, dentro c’è tanto: il cinema scandinavo, il genere gotico, il black metal, lo humor. Il fil rouge è l’esigenza di fare fumetti nel modo più libero e istintivo possibile. Semplice.

Insomma, è nata per gioco, ma fa sul serio. Leggetela e provate poi a dirmi che non vi ha conquistati.

This_Wooden_Doors nasce a Capua, ma ora vive a Modena e fa arte a Bologna. È in Emilia che cambia nome, ma al sentirsi chiamare “Marcello” istintivamente risponde. È fumettista già da qualche anno e non si separa dal blocco per gli schizzi e dal vasetto di china. A volte sembra stia in un mondo tutto suo, che è vero, perché l’ha proprio disegnato e prima o poi si degnerà di ospitarci!

Nel 2020 fonda, con Caterina Losi, RamarroMarrone, persone con la erre moscia che pensano, progettano, disegnano, fanno. E Simple Stories ne inaugura la collana dei fumetti.

Potete ordinare Simple Stories su Etsy https://www.etsy.com/it/shop/RamarroMarroneLibri però veloci, perché è da collezionare e non sono tantissime copie.

Seguite l’autore su https://www.facebook.com/ThisWoodenDoors https://www.instagram.com/this_wooden_doors/  perché, vi garantisco, ne sentirete parlare!

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Trilogia delle donne dell’acqua di Marilena Lucente

È un libro di sentimenti forti e contrapposti, ma mai distanti.

Solo Marilena Lucente poteva realizzare un’opera sulle donne, così difficile per le donne, senza il rischio di deragliare nella demagogia, nell’aria delle parole vuote, dette perché dovute, ma non proprie.

Così la scelta delle protagoniste: non donne semplici, con percorsi lineari, idolatrate magari, dal like facile, per intenderci. Donne, invece, con addosso decisioni definitive, discusse, che hanno fatto scelte determinanti, definitive. Con coraggio e follia.

Leggere questo libro non è leggere l’autrice, che è riuscita a farsi “da parte”, però rimanendo vigile, è parlare direttamente con Medea, Didone, Penelope: sentirle pronunciare parole che fanno male “Le mie parole non gli parlavano più“ …che c’è di peggio? Come si fa a non andare avanti e volerne sapere di più?

È prosa, d’accordo, ma – so di averlo già detto per un altro suo libro – è strapiena di poesia, di quella che ti fa stare bene, quella che dà un senso alla lettura, alla serenità, alla vita.

Ogni racconto, ogni pezzo dell’avventura delle tre donne è un distillato di parole, ognuna al posto giusto, nessuna di troppo, ognuna con un ruolo preciso e un’anima propria. A “Medea è un nome addormentato che abita tutte le donne” …cosa si potrebbe aggiungere se non un applauso?

La scrittura di Marilena Lucente non è mai banale, mai una frase fatta, ti prende per mano e ti porta in giro per le pagine, nelle pagine, senza farti sentire il peso di diventarne dipendente e, per questo, senza lieto fine, perché all’ultima riga hai terminato un viaggio che speravi durasse di più.

Comprare “Trilogia delle donne dell’acqua” non è acquistare un libro, è un biglietto per il Paradiso, con Beatrice come guida. Grazie Marilena!

Malevite di Marilena Lucente

Leggi il primo rigo di ogni racconto e comprendi il significato di “incipit”, come dovrebbe essere sempre, per legge.

Poi, vai avanti, ogni parola calibrata, ogni frase sussurrata, ma colpisce forte, prende e porta altrove. All’inizio, come se non capissi o non cogliessi, segui fedelmente i passi lenti e solidi dell’autrice, scendi i gradini con il buio intorno e l’arancio ruggine negli occhi — come in copertina — ti ritrovi giù, a tu per tu con la tua anima, nella tua anima. E tutto diventa chiaro, quindi.

Metti a posto, sistemi, allora, sei costretto a far spazio a quei personaggi che resteranno lì, da ospiti a padroni.

Quella di Marilena Lucente è una scrittura potente e pericolosa.

Potente perché si impone senza alzare la voce, senza panegirici, ma con perfezione stilistica e maturità, fuori dal comune. C’è poesia. Ovunque.

Pericolosa, perché ti avviluppa, ci resti dentro e lei addosso e conquisti dolore e gioia, serenità e rabbia.

E, impotente, corri il rischio di dover leggere per sempre! Impari ad amare anche i personaggi secondari, e quelli scomodi e cattivi. Sette vite in sette racconti, sette vite che si condensano e realizzano in sette attimi eterni. Una lettura imperdibile.

Un treno di pensieri di Caterina Losi

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Mi piace la poesia di Caterina Losi, toccante come solo la scrittura più sincera può essere.
E mi piacciono i fumetti di The_Wooden_Doors, originali come solo un artista vero e maturo riesce a creare.
Questo è un lavoro che hanno fatto insieme.
Per ordinarlo, basta andare alla pagina Facebook This_Wooden_Doors
#WhitakerAcademy