Il libro è declinato in quindici racconti, in cui ogni protagonista si perde in un quando, un come, un dove, un perché e cerca un modo per ritrovarsi, partendo dall’io più nascosto. Protagonista non sempre è il personaggio principale, ma la storia stessa, che cerca una via per lasciare un messaggio, lanciare un appello.
I racconti non parlano tra loro, a tenerli legati insieme è l’assenza, però con filo sottile. Le assenze sono costantemente presenti nella nostra vita. A volte, sono persone, altre luoghi, altre emozioni, altre ancora sentimenti o una semplice parola. Non se ne vanno mai veramente via. Aspettano che riusciamo a trovare l’energia per scovarle, rintracciarle.
Ruolo forte, preciso, determinante e dominante è quello dei personaggi femminili.
Nei dodici racconti emergono la fragilità dell’individuo e la precarietà delle emozioni.
I protagonisti hanno preso in prestito colori, immagini, rumori dal quotidiano. Tuttavia, non ci sono riferimenti specifici.
Come nella vita, c’è cinismo, amore, dolore, gioia, risate, lacrime, sangue, raccontati con ritmo, parole, schemi diversi, a volte contrapposti, tra loro.
Il lettore è chiamato a creare delle prospettive alternative. Non subisce i racconti, ma li riscrive, completando personaggi, finali, opinioni per metterci la sua, di storia.
Il lettore è atteso, insomma… Con la porta aperta.